Il Medioevo è stato considerato a lungo un "secolo buio"; come a dire che non vale nemmeno il tempo di conoscerlo a fondo. Quando sono cominciate ad emergere le prerogative e gli studi mettevano di volta in volta in risalto i benefici sociali resi possibili in quelle epoche di organizzazione feudale e contadina (nonostante le invasioni e le violenze, ma anche la scarsità di mezzi), allora ecco pronti stuoli di opinionisti, giornalisti, scrittori, registi, insegnanti, professori universitari asserviti al potere dominante, parlarle male e beffeggiarlo. Si è cominciato così a ridicolizzare i monaci, la capacità di inventiva e scientificità, l'incompetenza tecnica, la sottomissione delle donne, il controllo sulla popolazione, la sudditanza, le crociate, la violenza, ... e chi più ne ha, ne metta. In realtà il Medioevo è periodo di grande Fede e Prosperità. Con la Scolastica di San Tommaso si pongono le basi per la ripresa del pensiero come riorganizzatore del messaggio evangelico, della vita sociale e politica, della sottomissione delle passioni per la crescita civile e personale, la speranza ben riposta nella gioia e nella felicità coniugale e filiale, il lavoro come nobilitazione e non annessione o nichilismo. Nel Medioevo la Chiesa è un faro. E ci si pone una sola domanda di ordine pubblico: anche l'Impero deve sottoporglisi o rendersi autonomo per compiere le sue "scorribande" e per imporre i suoi "ordini nuovi"?
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